Oggi siamo in questa piazza per rappresentare tutti i colleghi infermieri della regione Emilia Romagna.
Oggi siamo in questa piazza per ricordare i 40 infermieri morti mentre svolgevano il loro dovere al servizio della comunità.
Oggi siamo in questa piazza per esprimere la nostra vicinanza agli oltre 30.000 mila infermieri che si sono ammalati di Covid-19 a causa della mancanza di DPI o all’inadeguatezza degli
stessi.
Non siamo eroi, ma professionisti che hanno dimostrato in un momento così difficile quanto sia stato fondamentale il nostro contributo per far si che la macchina dell’assistenza non si
fermasse.
Ci avete assunto e sbattuto in prima linea con 6 mesi di contratto e poi tutti a casa. Nessun riconoscimento, nessuna premialità, ci avete trattato come infermieri “usa e getta”.
Nessuna tutela, nessun DPI. Siamo stati trattati come carne da macello, come elementi sacrificabili. Siamo stati gli unici a contatto con coloro che avevano bisogno, mentre altri li guardavano da
un monitor. I dispositivi sotto chiave o con indicazione di indossarli solo in caso di estrema necessità. Ci avete minacciato di sanzioni disciplinare se indossavamo i dispositivi perché “non
si poteva creare allarmismo tra la popolazione”.
Chi di noi si è ammalato non ha ricevuto alcun tampone, oppure l’ha ricevuto dopo due mesi ed è risultato negativo. Costoro per le aziende erano in malattia e tanti non sono riusciti a soddisfare il requisito dei 20 giorni di lavoro dal 21 febbraio al 31 marzo come avete concordato con i vostri amici non ricevendo nemmeno quei quattro soldi che voi chiamate premialità e che per noi sono un contentino. Il danno oltre alla beffa.
Abbiamo saltato i riposi, abbiamo lavorato anche per 12 ore ininterrottamente e in condizioni assurde.
Abbiamo lavorato “vestiti” senza poter bere un po' d’acqua o andare ai servizi perché non c’erano abbastanza DPI per poterli cambiare e indossare i camici o la mascherina pulita.
Siamo stati spostati nei vari reparti senza avere un minimo di preavviso e formazione.
Ci sono state bloccate le ferie per decreto, nessuno di noi ha potuto fruire delle misure messe in campo dal Governo, non abbiamo potuto fruire dei permessi per Legge 104 perché le esigenze di
servizio non lo permettevano. Ci avete centellinato i congedi parentali.
Abbiamo sacrificato la famiglia, i nostri figli per tutelare la collettività.
Cosa abbiamo ricevuto in cambio?
Nulla.
Oggi tutto è tornato come prima.
Oggi gli infermieri non sono più quei professionisti dell’assistenza che tanto erano stati apprezzati. Non avete esitato a ridurre il numero di infermieri nelle docenze universitarie attraverso il decreto MIUR (per fortuna poi abrogato). Vogliamo un contratto dignitoso subito che ci ponga a livello dei colleghi europei. Non è più possibile che il nostro stipendio sia tra i più bassi in Europa. Non è possibile che un infermiere percepisca 1.400 euro mensili.
Vogliamo un’area di contrattazione separata, fuori dal comparto. Per le competenze e per le responsabilità agli infermieri sta molto stretto il comparto.
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